Due pagine di MINEN - libro





- Una mente astuta come quella del demonio, i dubbi mi sorgono.

- Io non so di chi sta parlando.

- Della sua, lei fa finta di essere scemo e non sapere ma ovunque lei mette piede lascia una scia di sangue.

- Quale sangue?

- Un giorno Minen, lei creperà bevendo il suo stesso sangue.


Si sono lasciati così il tenente Raspen e Minen si lasciarono, entrambi perplessi sulle aspettative di vita del suo sospettato.


 Ha fatto una battuta di troppo, disse Raspen al suo assistente d’ufficio, e le indagini presero inizio.

                   In tribunale


Minen - Signor giudice qui tutti mi accusano di omicidi che io non ho mai commesso, gente che mi ha visto in largo ai monti di Marte, quando io sono sempre stato seduto nella mia sedia della mia stanza a studiare, mi stavo preparando per gli esami.


Giudice - L’abbiamo vista al ristorante della sesta avenue mentre si completava l’assassinio del barista di turno. Lei era di fronte alle telecamere.


Minen - Ma io non mi sono mai spostato di casa!


Giudice - Siamo venuti a sapere da alcuni testimoni attendibili che lei nutriva rancore nei confronti della vittima per alcune questioni di crediti insoluti.

Minen - Ma il rancore verso una persona non è un indizio valido per accusarla di omicidio. Nutriamo tutti rancore verso qualcuno.


Giudice - Minen, lei fa finta di essere scemo o lo è davvero? A noi questo non ci è chiaro e a volte sembra che lei faccia il doppio ruolo.


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